Il trasporto gasolio in cisterna può provocare gravi danni all’ambiente e alle persone. È necessario rispettare gli obblighi sui rifiuti pericolosi e la corretta classificazione ADR.
La corretta gestione dei rifiuti pericolosi è necessaria per la tutela dell’ambiente e per evitare danni alla salute degli operatori. Tutti i rifiuti sono contraddistinti dal CER Codice Europeo Rifiuti, ma una maggiore attenzione è dedicata ai rifiuti pericolosi. Vediamo cos’è il CER e come mettersi in sicurezza se si utilizza una cisterna trasporto gasolio.
Catalogo Europeo dei Rifiuti: a cosa serve
Il Catalogo Europeo dei Rifiuti fornisce una classificazione delle diverse tipologie di rifiuti, stabilite con la Direttiva europea 75/442. È stato recepito in Italia il 1° gennaio del 2022, sostituendo la vecchia normativa.
A ogni rifiuto viene attribuito uno specifico CER secondo quanto stabilito dall’Allegato D parte quarta del D. Lgs. 152/2006.
CER: cos’è
Il CER è molto importante al fine di individuare la corretta modalità di gestione dei rifiuti nelle fasi di stoccaggio, recupero, smaltimento e trasporto. È costituito da tre coppie di numeri:
- prima coppia: rappresenta il settore industriale (es. rifiuti derivanti dall’estrazione in cava, dalla lavorazione del legno, oli esausti, impianti di trattamento rifiuti, ecc.);
- seconda coppia: identifica la lavorazione specifica corrispondente al settore identificato nella prima coppia di numeri;
- terza coppia: considera la sottoclasse che identifica la tipologia di rifiuto.
I CER sono inseriti all’interno del Catalogo Europeo dei Rifiuti così da poter individuare la tipologia degli scarti e la loro corretta classificazione per lo smaltimento e il recupero.
Codice Europeo Rifiuti: come attribuirlo al rifiuto
La classificazione rifiuti è un’operazione che spetta al produttore; il CER è assegnato in base a quanto stabilito dalla normativa in tema d’ambiente (TUA Testo Unico Ambientale).
I rifiuti possono rientrare nella categoria AH (Absolute Hazardous) o nella categoria ANH (Absolute Not Hazardous) quando si tratta di un pericolo non assoluto, quindi non definibile rifiuto pericoloso. I rifiuti possono anche essere identificati con CER speculari (un codice di pericolo e uno di non pericolo) quindi per stabilire se si tratta di un rifiuto pericoloso o meno è necessario determinare le proprietà di pericolo che possiede.
Rifiuti pericolosi: come individuarli
Per stabilire l’entità dei rifiuti pericolosi è necessario considerarne le proprietà mediante le seguenti operazioni:
- individuazione della composizione del rifiuto attraverso la scheda informativa del produttore, la conoscenza del processo chimico, il campionamento e l’analisi;
- determinazione dei pericoli connessi ai composti del rifiuto avvalendosi della normativa europea sull’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi, le fonti informative europee e internazionali, la scheda di sicurezza dei prodotti da cui deriva il rifiuto;
- definizione della concentrazione dei composti al fine di stabilire se il rifiuto possiede caratteristiche di pericolo; ciò avviene a seguito di analisi chimica e test.
Nel caso in cui non sia possibile determinare le caratteristiche di pericolo del rifiuto, questo viene classificato come rifiuto pericoloso; la classificazione avviene prima che il rifiuto lasci il luogo di produzione.
Classificazione rifiuti pericolosi: come funziona
I rifiuti pericolosi sono contrassegnati da un asterisco e sono classificati in base alla proprietà di pericolo, definite dal codice HP (Hazardous Property) che va da 1 a 15, dove HP 15 indica che i rifiuti non possiedono direttamente una delle caratteristiche di pericolo inerenti alle 14 categorie ma possono manifestarla in un secondo momento.
Le 14 categorie sono rispettivamente: esplosivo, comburente, infiammabile, irritante, tossicità specifica per organi bersaglio, tossicità in caso di aspirazione, tossicità acuta, cancerogeno, corrosivo, infettivo, tossico per la riproduzione, mutageno, liberazione di gas a tossicità acuta, sensibilizzazione e ecotossico.
Le caratteristiche di pericolo permettono di gestire correttamente l’intero ciclo di vita del rifiuto.
ADR e trasporto rifiuti pericolosi: come procedere
Il trasporto rifiuti pericolosi, come nel caso di una cisterna di trasporto gasolio, è soggetto all’ADR (Accord Dangereuses Route) questo perché il rifiuto può provocare danni alla salute, ai beni e all’ambiente a seguito di un incidente o all’esposizione prolungata (es. inalazione).
La prima azione da compiere quando si trasportano rifiuti pericolosi è la classificazione ADR; è obbligatorio stabilire la classe di pericolo, il numero ONU e il gruppo di imballaggio.
Nello specifico:
- scegliere un imballaggio idoneo o una cisterna adeguata;
- preparare le apposite etichette di pericolo;
- riportare le diciture ADR nel FIR (Formulario di Identificazione Rifiuti);
- stabilire se la spedizione è esente dalle disposizioni ADR;
- fornire al personale coinvolto nella movimentazione le giuste istruzioni operative;
- nominare un consulente ADR.
Il Regolamento ADR 2021 ha previsto un’importante novità per il trasporto rifiuti pericolosi.
Da dicembre 2022 anche gli spedizionieri sono obbligati a nominare un consulente ADR (consulente per la sicurezza del trasporto).
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