Partecipa al mercato della distribuzione dei carburanti nel rispetto della legge e proteggendo le tue cisterne.
Per aprire un impianto di distribuzione carburanti bisogna rispettare tutti gli obblighi previsti dalla legge italiana.
Dal 2018 è possibile adempiere ad alcuni di essi direttamente online come l’iscrizione all’anagrafe degli impianti di distribuzione carburanti.
Vediamo cosa fare per procedere alla registrazione, come evitare le sanzioni e come monitorare le tue cisterne.
Impianti distribuzione carburanti: i numeri dell’Anagrafe fanno ben sperare
In occasione della manifestazione Oil&Oil e durante il convegno “Anagrafe carburanti, punti di partenza o punti di arrivo?”, tenutosi a Roma il 23 ottobre, sono stati diffusi i dati relativi agli impianti di distribuzione carburanti presenti in Italia.
Introdotta al fine di monitorare un settore a rischio e in continua espansione, dall’anagrafe degli impianti di distribuzione carburanti si rileva che sono 22.070 i punti di vendita attivi su rete stradale, 484 quelli autostradali e 388 i siti iscritti, ma sospesi.
Durante il convegno gli operatori hanno informato tutti i coinvolti che sono in corso controlli per l’accertamento delle incompatibilità dichiarate e degli adeguamenti effettuati.
Pertanto è meglio correre ai ripari per evitare sanzioni o cessioni forzate.
Anagrafe Impianti di Distribuzione Carburanti: che cos’è?
L’anagrafe degli impianti di distribuzione carburanti è il registro delle imprese che si occupano del rifornimento di benzina, gasolio, GPL e metano presenti sulla rete stradale e autostradale italiana. Un registro che è stato previsto con il comma 100 della legge n. 124 del 4 agosto 2017 e che è diventato digitale nel 2018.
Chi è obbligato ad iscriversi all’Anagrafe? Tutti i titolari di impianti di distribuzione in possesso dell’autorizzazione all’esercizio, inclusi quelli in regime di sospensione dell’attività.
Il 3 luglio 2018 il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – ha inaugurato il portale web dell’anagrafe degli impianti e informato gli utenti, interessati dall’obbligo, circa l’iscrizione da fare esclusivamente online. L’iscrizione all’Anagrafe tramite piattaforma web rende necessario il possesso di un’identità digitale con CNS o SPID.
All’iscrizione, i titolari dell’autorizzazione devono far seguire una dichiarazione sostitutiva all’atto di notorietà, resa secondo le disposizioni dell’art. 47 del D.P.R 445/2000, da inviare: al MISE, alla regione competente, all’ente amministrativo incaricato del rilascio dell’autorizzazione e all’ufficio delle dogane di competenza.
Con la dichiarazione il titolare firmatario afferma di essere consapevole della condizione di incompatibilità o non incompatibilità dell’impianto di distribuzione carburanti e s’impegna, in caso di incompatibilità, ad effettuare i dovuti adeguamenti entro i termini previsti dalla legge.
Se la mancata iscrizione all’anagrafe degli impianti di distribuzione invalida il titolo di autorizzazione, il non invio della dichiarazione sostitutiva comporta il pagamento di una sanzione pecuniaria amministrativa dai 2.500 ai 7.000 € per ogni mese di ritardo. Inoltre il titolare rischia la decadenza dell’iscrizione se non provvede entro 30 giorni all’inoltro della stessa.
Anagrafe degli impianti di distribuzione: le incompatibilità
Nella legge 124/2017 e nei successivi chiarimenti forniti dalle istituzioni vengono definiti i casi di incompatibilità di un impianto di distribuzione carburanti.
Secondo il principio di sicurezza della circolazione, il comma 112 definisce incompatibili gli impianti siti nei centri urbani che:
- Essendo privi di uno spazio proprio effettuano rifornimenti di carburanti nei pressi della carreggiata
- Sono posti in corrispondenza di passaggi pedonali
Il comma 113, invece, dichiara incompatibili gli impianti di distribuzione carburanti siti fuori dai centri urbani che:
- Essendo privi di uno spazio proprio effettuano rifornimenti di carburanti nei pressi della carreggiata
- Sono posti in corrispondenza di incroci, biforcazioni o strade con più accessi a corsi pubblici
- Sono collocati in curve con raggio minore di 100 metri, esclusi i casi in cui si tratti di unico impianto presente in un centro montano
Al fine di rendere compatibile l’impianto di distribuzione il titolare deve effettuare i dovuti adeguamenti entro i termini previsti dalla norma e comunicarne il compimento attraverso la dichiarazione sostitutiva all’atto di notorietà. Comunicazione che dal 18 febbraio 2019 può essere effettuata anche sul portale web ‘Impresa in un giorno’ o inviata a mezzo PEC. In alternativa alla dichiarazione è possibile stilare una perizia giurata da parte di un tecnico abilitato.
Il mancato adeguamento dell’impianto di distribuzione impone il pagamento di una sanzione pecuniaria amministrativa dell'importo compreso tra i 5.000 e i 15.000 € per ogni mese di ritardo. La stessa pena è prevista anche in caso di adeguamento inappropriato e a seguito del mancato rispetto della scadenza prevista per lo svolgimento dei lavori. A tutto questo il Ministero dello Sviluppo Economico potrebbe aggiungere la decadenza del titolo di autorizzazione all’esercizio e decretarne l’obbligo di dismissione dell’impianto.
In caso di obbligo di smantellamento dell’impianto il soggetto interessato dovrà compiere tutte le azioni previste per la sicurezza ambientale:
- Demolizione delle attrezzature fuori terra
- Rimozione di eventuali prodotti residui nei serbatoi e dei fondami
- Messa in sicurezza delle strutture interrate
- Bonifica del sito in caso di contaminazione
Carta nazionale dei servizi e SPID: indispensabili per l’iscrizione all’Anagrafe
L’identità digitale necessaria alla registrazione all’anagrafe degli impianti di distribuzione può essere acquisita con CNS o SPID. Cosa sono?
CNS sta per Carta Nazionale dei Servizi, un certificato digitale che attesta l’identità di una persona o di un’azienda. Serve a snellire i rapporti con la pubblica amministrazione e a consultare lo stato dei documenti prodotti con maggiore facilità. La CNS è disponibile in diverse forme e deve essere richiesta alla Camera di Commercio d’Italia.
La sigla SPID abbrevia, invece, la definizione di Sistema Pubblico d’Identità Digitale promosso dal Governo e permette a tutti i cittadini e le imprese iscritte di accedere a tutti i servizi online della pubblica amministrazione. In questo caso i responsabili del rilascio dell’identità digitale sono gli Identity Provider, ossia Gestori di Identità Digitali.
Come controllare il proprio impianto di distribuzione?
Dopo aver assolto gli obblighi legislativi e amministrativi previsti dalla legge e dopo essersi iscritto online all’anagrafe degli impianti, il titolare di un impianto di distribuzione carburanti deve preoccuparsi di come controllare e proteggere la propria attività.
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