Licenze, autorizzazioni, denuncia e certificati. Ecco tutti i dettagli per rispettare l’obbligo in vigore dal 1° aprile 2020.
La scadenza prevista in origine dal D. L. 124/2019 è stata prorogata per effetto del Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020. Clicca qui per saperne di più.
La detenzione di un distributore/deposito di gasolio determina l’acquisizione di licenze e autorizzazioni. Scopriamo insieme che differenza c’è tra autorizzazione comunale e CPI e come procedere in vista della prossima entrata in vigore degli obblighi imposti dal D. L. 124/2019.
Depositi di gasolio: le autorizzazioni necessarie per la loro regolarizzazione
I soggetti impegnati nell’attività di deposito gasolio possiedono impianti di distribuzione carburante ad uso privato. Si tratta di: complessi unitari, attrezzature fisse o mobili, interrate o fuori terra destinati al contenimento di carburante usato per autotrazione allo scopo di rifornire i mezzi aziendali.
Tali depositi vanno ubicati all’interno di stabilimenti, cantieri, magazzini e locali di proprietà o ad uso esclusivo.
Per evitare sanzioni e problemi all’attività imprenditoriale, le aziende interessate dall’uso di depositi di gasolio devono entrare in possesso delle autorizzazioni e della documentazione prevista dalla normativa corrente in materia di accise.
Autorizzazione comunale e CPI: definizioni e differenze
L’inizio dell’attività lavorativa legata all’uso di depositi di gasolio è assoggettata al possesso di una serie di documenti, tra cui: CPI e autorizzazione comunale.
CPI sta per Certificato Prevenzione Incendi; un documento che attesta il rispetto delle norme in materia di prevenzione incendi e la presenza dei requisiti di sicurezza antincendio nei locali.
Il rilascio del CPI può essere vincolato al parere positivo dei Vigili del Fuoco, espresso con la valutazione del progetto. Tale vincolo però dipende dalla categoria di appartenenza dell’attività (A, B o C). L’obbligo di valutazione del progetto dai VVF può determinare se essere sottoposti a sopralluoghi tecnici fatti a campione o da vicino.
L’autorizzazione comunale è il documento dal cui rilascio dipende l’inizio dell’attività lavorativa e dunque dell’uso dei depositi a propria disposizione.
Questa va richiesta all’ufficio SUAP comunale con apposita istanza corredata dalla documentazione prevista dalla norma in materia di tutela ambientale, sanitaria e prevenzione incendi. A questa va aggiunta la perizia giurata redatta da tecnico abilitato UE attestante la presenza di tutti i requisiti oggettivi e soggettivi richiesti dalla norma.
Denuncia e licenza: gli obblighi 2020 in materia di depositi commerciali
Per effetto del D. L. 124/2019, l’obbligo di denuncia dei depositi commerciali viene esteso a più soggetti a seguito dell’abbassamento della capacità contenitiva finora prevista dal TUA.
Pertanto, a partire dal 1° aprile 2020 devono adempiere all’obbligo di denuncia anche:
- Gli esercenti di depositi ad uso privato, agricolo o industriale con capacità contenitiva superiore a 10 m3
- Gli esercenti di apparecchi di distribuzione automatica di carburante ad uso privato, agricolo o industriale con capacità contenitiva superiore a 5 m3
Con l’estensione dell’obbligo di denuncia dei depositi si amplia anche quello per la tenuta di licenza.
Quest’ultima viene rilasciata al locatario quando il richiedente è un esercente con depositi commerciali per oli minerali assoggettati all’accisa (comma 1 art. 25 TUA) o un soggetto obbligato alla denuncia dei depositi, perché incluso nell’elenco del comma 2 dell’art. 25 del TUA, modificato dal D. L. 124/2019.
La licenza viene rilasciata al gestore, invece, se il richiedente è un esercente di un impianto di distribuzione di carburanti stradali.
Per ottenere la licenza il soggetto interessato deve essere in possesso dell’autorizzazione comunale e del CPI.
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